| +  Dal Vangelo  secondo MarcoIn quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i  farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
 Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli  prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i  Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi  alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver  fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature  di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e  scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la  tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
 Ed egli  rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:  “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano  mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando  il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
 Chiamata di  nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è  nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le  cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]:  «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di  male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza,  invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori  dall’interno e rendono impuro l’uomo».
 
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          | secondo la  tradizione degli antichi  | Quando  dividiamo l’atteggiamento degli uomini tra tradizione e progresso combiniamo un  gran guaio perché non possiamo parlare dell’una senza l’altra. È la tradizione  che fa progredire e il progresso si fonda sulla tradizione, i problemi nascono  quando vorremmo accelerare o bloccare questa dinamica nella assolutizzazione  della novità che esplode dal nulla o nella cristallizzazione dell’antico come  immutabile. Il nuovo e l’antico fanno parte dello stesso tesoro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un  padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt  13,52).L’espressione  “abbiamo sempre fatto così” non corrisponde alla realtà di una storia che con  lentezza e rapidità cammina avanti, storia in cui Dio continua a rivelarsi.  Perché non c’è un luogo deputato all’incontro con Dio, mentre è nel tempo che  la sua Parola prende corpo e diventa viva.
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          | il  comandamento di Dio | Fossilizzata  nel tempo la Parola di Dio diventa parola di uomini che Gesù chiama in modi  diversi: tradizioni degli antichi  (vv.3 e 5), cose per tradizione (v.4), dottrine  che sono precetti di uomini (v.7), tradizione degli uomini (v.8), la  vostra tradizione (v.9), tradizione  che avete tramandato voi (v.13), ben sette volte per affermare una realtà  che si contrappone al comandamento di Dio (vv.8 e 9) e la Parola di Dio (v.13).C’era una  mole enorme di precetti e di divieti che avrebbero dovuto garantire  l’osservanza della legge, nei fatti discriminavano il popolo allontanando le  persone semplici da Dio; un sistema opprimente toglieva libertà al pensiero e  al comportamento delle persone che tentavano di vivere religiosamente.
 Dovremmo  costantemente , e forse anche ossessivamente, domandarci se i nostri pensieri,  le norme del nostro vivere nella società e nella Chiesa non siano dedotti dalla  nostra razionalità, dalla nostra scienza, da filosofie più o meno accreditate  piuttosto che dalla Parola del Vangelo.
 Non siamo  esenti dal pericolo di nasconderci dietro una religiosità per non metterci in  discussione, o dietro a regole e precetti, anche pesanti da osservare, che sembrano  capaci di esonerarci dalla fatica di una fede matura; fa impressione immaginare  quanti cattolici praticanti e quanti religiosi hanno perso il senso della  misericordia di Dio e i suoi frutti!
 Nella sua  radicale autenticità il Vangelo supera ogni legge umana (giuridica, morale,  religiosa, affettiva) per rendere l’uomo libero e vivo: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti (Mt, 8, 21).
 Quelli che  non seguono soltanto Gesù, senza girare indietro la testa, senza guardare  nient’altro che lui solo, Gesù li chiama morti, tanto sono lontani dalla  verità, tanto sono lontani dalla vera via!... (C. de Foucauld, Opere Spirituali).
 Soltanto i  vivi sono liberi. Eppure la libertà fa paura, l’uomo libero fa paura a se  stesso e al prossimo.
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          | dal cuore  degli uomini | Punto cruciale  della questione, ma anche il luogo della soluzione è il cuore degli uomini, nodo decisivo di ogni storia e di ogni  persona. Perché è dal cuore degli uomini,  escono i propositi di male … l’elenco che il vangelo ci lascia è lungo. Eppure  il ventaglio dei mali che umiliano le relazioni tra le persone continua a accrescere  di nuove sfaccettature, cerca percorsi nuovi, si manifesta con aspetti  impensabili.La verità non  è ciò che appare discriminante per l’uomo, anzi la diversità e la pluralità  delle cose e delle persone che rende ricco e piacevole l’universo, l’unica  discriminante è l’interiorità dell’uomo che seleziona, cataloga, giudica, divide  … è l’azione propria del diavolo ( diaballo colui che divide).
 A Gesù  interessano le persone: guarda al cuore degli uomini prima che ai suoi  atteggiamenti. Quella Legge che Gesù non ha intenzione di abolire, ma a dare pieno compimento (Mt 5,17), deve passare  attraverso il cuore dell’uomo, senza il cuore non ci sono abluzioni e regole,  riti e celebrazioni che servano. Il cuore dell’uomo capace di generare una  coscienza viva e responsabile, capace di pensieri e sentimenti, di progetti e  decisioni, è l’unico luogo dove si vive la relazione con Dio.
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